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- Scritto da Anna Foti
- Categoria: Carta bianca
di Anna Foti
“A voi fieri calabresi
che accoglieste ospitali me straniero
nelle ricerche e indagini
infaticabilmente cooperando
alla raccolta di questi materiali
dedico questo libro
che chiude nelle pagine
il tesoro di vita
del vostro nobile linguaggio”
Le parole possono resistere come segni di identità di un popolo anche quando tutto intorno invoca morte, distruzione e violenza; gli idiomi tratteggiano la ricchezza di un paese anche dentro un campo di prigionia che, pur togliendo la libertà di azione non sopprime il pensiero, il lingua e la cultura, spesso scrigni millenari di laboriose comunità. Lo ha scoperto e non lo ha più dimenticato, il giovane soldato tedesco Gerhard Rohlfs (Berlino 1892 – Tubinga 1986) che, durante la Prima guerra mondiale, nelle persone che ha incontrato in Italia, ha conosciuto ed esplorato un Paese ricco di dialetti e lingue antiche. Un’esperienza di tale intensità ispirazione per i suoi studi che, dopo la guerra, lasciò la Botanica per abbracciare la Glottologia.
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- Scritto da Anna Foti
- Categoria: Carta bianca
di Anna Foti
La forza della parola scritta e fermata sotto le bombe e gli spari, oltre il filo spinato di un campo di internamento, nella penombra di un nascondiglio o nella città militarmente occupata; parole capaci di diventare semi di memoria e intensa testimonianza contro l’oblio e l’indifferenza. Parole che "dicendo" fanno in modo che ciò che custodiscono non possa essere cancellato o rinnegato, non possa essere dimenticato. Intense voci nella Storia e della Storia, queste giovani donne sono ancora un grande esempio di coraggio e tenacia e un prezioso monito di resistenza alla forza cieca della violenza che avrebbe voluto annientarle completamente, alla macchina inarrestabile di sterminio che ebbe un consenso largo, colpevole, ingiustificabile.
La scrittura sublima l'essenza di un'umanità perduta, smarrita e riscatta quella oltraggiata dalla sua stessa aberrazione e dall’odio razzista ed etnico, alimentando il diritto al sogno di un futuro. Una trama di parole che si intrecciano con la Storia, raccontano l’Olocausto e anche altri drammi come quello della guerra nei Balcani. Uno scrigno di ricordi e sentimenti che sfidano il tempo e che, grazie ai legami familiari, di amore e di amicizia che ci arricchiscono in vita e oltre, invece di andare dispersi nelle pieghe del tempo e di soccombere alla furia distruttiva della guerra, vengono salvati, custoditi e poi donati a tutti noi che abbiamo il dovere civile di accoglierli e custodirli a nostra volta.
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- Scritto da Natale Pace
- Categoria: Carta bianca
di Natale Pace
119 anni fa, come oggi, nasceva il filosofo palmese Domenico Antonio Cardone. Ho avuto il privilegio di frequentarlo nella sua casa di Palmi, in via Cesare Battisti, negli ultimi anni della sua vita, in certi pomeriggi di arricchimento (per me) umano, poetico, filosofico. Parlavamo molto di poesia, io leggevo le sue di "Ritmi Astrali" e "Ritmi del Silenzio", lui leggeva le mie, prime, giovanili. Conservo gelosamente una lettera dattiloscritta con inchiostro rosso (con la macchina da scrivere) nella quale elogia le mie composizioni giovanili del primo libro "La terra ed altre canzoni" e del secondo "Il seme sotto la neve". Voglio ricordarlo con quella che probabilmente è l'ultima intervista che egli ha rilasciato e da me pubblicata in diverse occasioni su alter riviste con il suo consenso.
Buon compleanno in cielo, avvocato!
21 gennaio 2021
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- Scritto da Anna Foti
- Categoria: Carta bianca
di Anna Foti
"Appresi, qualche tempo fa, che anche in Calabria funzionò, durante l'ultima guerra, un campo di concentramento per ebrei. Strano che il fatto non fosse di conoscenza comune e che le notizie ricevute fossero vaghe e confuse. Ne parlai e a Natalia Ginzburg, credendo di rivelarle cosa che potesse ignorare; ma ella era informata di tutto. Sapeva che nessuno degli internati era stato ucciso né era stato seviziato in emulazione coi lager tedeschi. E' stato anzi un campo speciale, distintosi per umanità di trattamento sugli altri costruiti in Italia. Trattenne fino a 1500 ebrei , prevalentemente fuggiti dai paesi d'Europa dove si era esteso il regime nazista, oltre un numero notevole di stranieri sorpresi dalla guerra in Italia e ritenuti , per gli indizi più vaghi, antifascisti. Il campo si chiamava Ferramonti, ed ancora il luogo è così designato. Trovasi presso Tarsia, in provincia di Cosenza, nella valle del Crati, sulla linea ferroviaria Sibari/Cosenza, ed è situato più lungo il versante tirrenico , che in quello ionico", scriveva così lo scrittore calabrese Mario La Cava in un articolo sul campo di Ferramonti di Tarsia, pubblicato sul Corriere della Sera nel 1984 e riproposto nel 2011 dal Quotidiano della Calabria in occasione della Giornata della Memoria.