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E ora (tutti insieme)
un'ovazione ai miei ricordi.
Ma solo a quelli persi lasciati
abbandonati o soffocati
al risveglio.
Quelli stracciati come un'alga
viscidi e spezzati dentro.
Quelli morti tra le risate
cuciti addosso ai sogni
e poi riposti a caso.
Tu e tu che tenevate il filo
voi che tagliavate il senso
e poi la forma e la sostanza, voi ch'eravate ombre
di rami dissolti in un sospiro
in un mattino a caso.

Ti ho sentito Reggio

col tuo cuore stanco

chiedere al mare

tanta schiuma e vento

e ungere la notte

di sapone e pianto

quando la vita ti sporcò

nel lurido di fogne

e nel deserto di voci

tacquero per sempre

le muse audaci

e le sirene dalla coda viola.

Ed eremi di colori sospesi nel dolore
infranti dallo spazio di una tela
a trovar significato da una prodigiosa mano
per divenire coscienza e impressione.

Anfratti d'infinito circondano l'entità
lacrime di donna perduta nella storia
lontane nel silenzio dell'universo
avranno riposo all'ombra della sera.

                          (dedicata al Prof. Enrico Costa)

Il passo dentro il vento

il lungo pastrano a mordere

il ginocchio intimorito

da abbracci sonnolenti

La mente in cerca di domande

ove la ringhiera del cuore

fosse musica da conservare

in un angolo di strada.