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Italia che sventoli vecchie bandiere
per ritrovare la tua identità
pestata da morbo misterioso
cerchi respiro nella folata di vento
Noi circondiamo la scienza
mente inquieta e tenace
pioniera dei varchi di vita
ove la morte insegue veloce
sotto gli occhi il governo e gli eroi
bando a ideologie e fazioni
riuniti sotto un cielo comune
con la solidarietà di stati fratelli
ogni uomo è un alveolo oscuro
da scrutare guarire o inviare
dove fiamme si alzano ardite
per brillare ceneri domani
a Lourdes sono chiusi i cancelli
con il manto della Vergine attenta
ad avvolgere l'intero cosmo
a intercedere con alta sovranità 

(Natina Pizzi)

Sole.

Sole e distanti.

Sole con le nostre paure
a guardare il nulla.
Sole a sentire che il coraggio
viene meno.
Non ci sono ricariche
nessuno ne ha abbastanza
da donarcelo.
Occorre centellinarlo
gocci dopo goccia. Servià
nei giorni dell'attesa
nelle notti di pianto.
Fino a quando la luce di una nuova alba
metterà in fuga le tenebre. 

(Maria Carmela Malara)

Scivola furtivo e subdolo
nell'aria di veleni pregna
invisibile un nemico.
Subdolo profanatore
di libertà umane
attacchi senza distinzione
di sesso, di lingua, di religione.
Debole è il diritto
in un mondo, del gusto privo,
in balia della convenienza.
Insensibile ai colori,
di nero vestito, nelle notti
orfane di stelle e senza luna,
ti avvinghi, sporco parassita
al bianco, al giallo e al nero,
variopinti colori dell'umanità.

Se il virus che proviene dal Catai
e nel Lombardoveneto fa guai,
giunge a Locri, scendendo in meridione,
proporrò maschi e femmine in riunione
in villa, in un gioioso isolamento,
come fece Boccaccio, nel Trecento,
ad inventare storie scollacciate
(o, almeno, amene,se non castigate)
e trascorrer, così, la quarantena,
senza pensare al morbo e senza pena.