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Scivola furtivo e subdolo
nell'aria di veleni pregna
invisibile un nemico.
Subdolo profanatore
di libertà umane
attacchi senza distinzione
di sesso, di lingua, di religione.
Debole è il diritto
in un mondo, del gusto privo,
in balia della convenienza.
Insensibile ai colori,
di nero vestito, nelle notti
orfane di stelle e senza luna,
ti avvinghi, sporco parassita
al bianco, al giallo e al nero,
variopinti colori dell'umanità.
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Se il virus che proviene dal Catai
e nel Lombardoveneto fa guai,
giunge a Locri, scendendo in meridione,
proporrò maschi e femmine in riunione
in villa, in un gioioso isolamento,
come fece Boccaccio, nel Trecento,
ad inventare storie scollacciate
(o, almeno, amene,se non castigate)
e trascorrer, così, la quarantena,
senza pensare al morbo e senza pena.
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Sole.
Sole e distanti.
Sole con le nostre paure
a guardare il nulla.
Sole a sentire che il coraggio
viene meno.
Non ci sono ricariche
nessuno ne ha abbastanza
da donarcelo.
Occorre centellinarlo
gocci dopo goccia. Servià
nei giorni dell'attesa
nelle notti di pianto.
Fino a quando la luce di una nuova alba
metterà in fuga le tenebre.
(Maria Carmela Malara)
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E ora (tutti insieme)
un'ovazione ai miei ricordi.
Ma solo a quelli persi lasciati
abbandonati o soffocati
al risveglio.
Quelli stracciati come un'alga
viscidi e spezzati dentro.
Quelli morti tra le risate
cuciti addosso ai sogni
e poi riposti a caso.
Tu e tu che tenevate il filo
voi che tagliavate il senso
e poi la forma e la sostanza, voi ch'eravate ombre
di rami dissolti in un sospiro
in un mattino a caso.