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di Natale Pace

5 aprile 1898 – Centoventisette anni fa, nasceva a Palmi Leonida Repaci. Lui lo ha raccontato così:

Nacqui alle ore sedici del 5 aprile 1898, ma mio padre mi denunziò allo stato civile il 23 dello stesso mese. Sono quindi più vecchio di 18 giorni della mia nascita ufficiale.

Nacqui a Palmi, lo stesso paese che diede i natali a Nicola Manfroce e Francesco Cilea. Nei primi anni la fama di questi due musicisti mi fu di sprone a fare qualcosa per avere la testa di marmo anch’io in uno dei boschetti della Villa Comunale. Invece della testa di marmo mi fu data nell’agosto del ’25 la galera, per complotto contro il fascismo e strage. [¹]

 

Diciotto mesi dopo muore il padre, Antonino, lasciando nella miseria la madre Maria Parisi e dieci figli: Leonida/Leto è l’ultimo della nidiata. I Rupe però hanno artigli per vincerla la vita. Francesco sarà avvocato a Torino, impegnato politicamente con i socialisti, interventista, grande legame con il Mussolini socialista e direttore de l’Avanti; Gaetano grande pediatra di fama europea a Milano, Giuseppe porterà avanti l’impresa esile del padre e Mariano tirerà le fila di tutti, con saggezza e alacrità, gestendo una fornace di calce al Trodio dove anche Leonida sarà da piccolino impegnato alla cassa. Mariano fonderà il partito socialista calabrese e organizzerà a Palmi il primo congresso regionale.

Poi il terribile sisma del 1908, centinaia di morti radunati nella piazza oggi Primo Maggio, devastazioni. Alcuni dei fratelli, tra cui Leonida si trasferiscono a Torino. Eppoi la pandemia tragica di influenza, la Spagnola. Milioni di morti nel mondo; tre dei dieci fratelli muoiono nella settimana di Natale del 1918: Mariano, Anita, Neoro.

A Torino, Leonida si diploma e si laurea.

alla Guardiola di Villa Pietrosa

5 aprile 1919 – Leonida si laurea a Torino:

Leto si laurea ai primi di aprile, dopo aver sostenuto dodici esami e la discussione della tesi in una sola sessione. E’ un momento di grandi facilitazioni per gli ufficiali congedandi, ed egli, sempre in licenza di convalescenza, ne approfitta dando materie su materie […] Leto dà la laurea con una tesi in Filosofia del Diritto, consigliatagli da Cino (il fratello Francesco, avvocato con studio legale a Torino in via Cernaia, n.d.a.), svolta anche col suo aiuto e la supervisione di Tristano (il fratello Gaetano, primario pediatrico Ospedale Maggiore di Milano, medico dei figli di Arnaldo Mussolini, n.d.a.): “Giustizia dello Stato, e non dell’uomo, in Platone e Aristotele”. Discussa con Solari, la tesi alza la media generale di Leto che arriva al ventotto. La laurea egli la prendee a 21 anni precisi, il 5 aprile giorno anniversario della sua nascita. [²]

 Il palmese, appena ventenne, ha già sperimentato le sue capacità letterarie: ha composto alcuni poemetti epici, in ricordo dei fratelli morti di Spagnola, che darà alle stampe: “La Raffica” nel 1918, “Il Ribelle e l’Antigone”, nel 1919 e “I poemi della solitudine” nel 1920. Sono versi giovanili, pessimistici alla Leutremont che egli stesso giudicherà minori, ma danno già il senso del grande scrittore che sarà.

Nei giorni imemdiatamente successivi alla laurea incontra Antonio Gramsci il quale rimarrà colpito dalla vivacità caratteriale di Leonida e dalla sua verve letteraria. Nascerà un rapporto per certi aspetti controverso che negli anni fino al 1930 e più sarà di grande stima e considerazione da parte di entrambi. Lo statista di Ales gli affiderà la difesa armata della sede dell’Ordine Nuovo, contro le incursioni fasciste e ospiterà i primi scritti giornalistici sul giornale comunista che dirigeva. Poi lo manderà a Milano a difendere per conto del partito Federico Ustori, accusato della bomba al Teatro Diana e Leonida lo farà assolvere. E infine dal 12 febbraio 1924 nel primo numero del nuovo giornale del Partito Comunista d’Italia, l’Unità, lo vorrà responsabile delle Critiche Teatrali e Drammatiche, che Repaci curerà fino al 16 giugno 1925.

5 aprile 1923 – esce nelle librerie milanesi “L’Ultimo Cireneo”

Perché inizio il diario il 5 aprile? Forse perché venticinque anni fa, in questo stesso giorno, mia madre mi mise al mondo? No, il compleanno non c’entra. Queste ricorrenze sono molto osservate in Calabria, dove tutto essendo centrato sul gruppo famigliare, rinsaldano, attraverso il riconoscimento del festeggiato, l’unità di tutti i membri verso di esso, il posto che egli ha nella gens, la fiducia che egli terrà le sue posizioni, anche se modeste, subalterne. Non si tratta del compleanno, ma de “L’Ultima Frontiera” (L’Ultimo Cireneo n.d.a), il mio romanzo. Esso è uscito proprio stamane, 5 aprile, per i tipi dell’Editore “Avanti”. Ci si è dovuti spicciare a pubblicarlo, senza neppure correggere le bozze in pagina, solo in colonna, perché i fascisti minacciavano di distruggere il giornale per la quinta volta. Così il romanzo è uscito oggi inlibreria con molti refusi. Speriamo ch’essi non impediscano chi sa leggere di gustarne la lettura.

Non per vanità ma quel romanzo apparso nelle vetrine con la copertina disegnata da Enrico Sacchetti […] mi ha fatto tenerezza. [³]

In quindici giorni, il primo romanzo di Leonida Repaci esaurisce le cinquemila copie stampate e incorona l’autore calabrese tra le popolarità della cultura mimlanese e nazionale. Il palmese si convince che non la professione legale è la strada della sua vita, ma l’arte della scrittura, la cultura, l’impegno intellettuale: ad essi egli dedicherà la sua esistenza lasciando in quasi settant’anni una traccia importante nella letteratura, nel giornalismo, nella poesia nazionali ed europee del novecento.

Un giorno, dunque, il 5 aprile, casualmente ricorrente a sottolineare come il destino per certi uomini di valore si diverta giocherellone come se interplanetarie congiunzioni astrali convergessero verso lo stesso punto dell’universo e dell’eternità.

C’è da dire che il mese di aprile è anche un mese felice per Leonida. Nel 1929 sposa la sua Albertina, nel 1932 e nel 1936 escono il primo e il terzo volume de “La Storia dei Rupe”, nel 1980 si perfeziona l’atto di donaziona dei beni alla Città di Palmi (Villa Pietrosa, la raccolta di dipinti, libri, ecc.).

E sicuramente il mio non è un elenco esaustivo.

Insomma oggi vale la pena ricordarlo Leonida Repaci, per la sua nascita e per la sua vita. Vi consiglio una maniera intelligente di farlo: prendete un libro, uno qualsiasi, e leggete anche poche pagine. Sono certo che di là, dall’altra parte, nella sua dimensione di spirito buono egli avrà un dolce sorriso.

ritratto di Lorenzo Viani – Pinacoteca Casa della Cultura “Leonida Repaci” Palmi

 

[¹] Repaci Controluce, a cura di Giuseppe Ravegnani, Ceschina, Milano 1963, p. 15

[²] Leonida Repaci, Storia dei Rupe 3, Sotto la dittatura, Mondadori Milano 1971, p.59

[³] Leonida Repaci, Storia dei Rupe 3, Sotto la dittatura, Mondadori Milano 1971, p.229