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di Anna Foti

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus (la rosa primigenia esiste solo nel nome, possediamo soltanto nudi nomi). Resisterà nella memoria non solo con il suo nome nudo ma anche con i suoi tanti film e i tanti nomi delle persone che è stato sui set, Sean Connery, l'attore orgogliosamente scozzese scomparso la settimana scorsa. Noto certamente per aver interpretato l'intrepido e affascinante James Bond, agente segreto del controspionaggio inglese codice identificativo 007 - protagonista della saga letteraria di Ian Fleming trasposta con successo sullo schermo - ma anche per aver vestito i panni dell'inquisitore Guglielmo da Baskerville, erudito frate francescano chiamato a sciogliere l'enigma di tante morti misteriose in un'abbazia benedettina nel cuore delle Alpi piemontesi. Protagonista del romanzo "Il nome della rosa" (1980 e Premio Strega 1981) dello scrittore e saggista di fama internazionale, Umberto Eco scomparso nel 2016, Guglielmo da Baskerville è valso a Sean Connery il premio di miglior attore protagonista della British Academy of Film and Television Arts (Bafta).

Umberto Eco conclude con la suddetta citazione - in realtà una variazione dal verso I, 952 del poema in esametri "De contemptu mundi" di Bernardo di Cluny e, a detta dello stesso Eco, per nulla ispirata a William Shakespeare e ai versi affidati a Giulietta nell'atto II, scena II: «What's in a name? That which we call a rose, / By any other name would smell as sweet" ("Cosa vi è in un nome? Quella che chiamiamo rosa non cesserebbe d'avere il suo profumo dolce se la chiamassimo con altro nome") - il suo grande romanzo, tradotto in 40 lingue, da cui fu tratto nel 1986 il film diretto da Jean-Jacques Annaud, con Sean Connery nel ruolo del protagonista Guglielmo da Baskerville. Lui, personaggio squisitamente letterario, è il frate inquisitore, mentore del giovane Adso da Melk, interpretato da Christian Slater, mentre F. Murray Abraham interpreta l'inquisitore e scrittore medievale realmente esistito Bernardo Gui. Una trasposizione che annovera nel cast anche il registra, drammaturgo e attore di Reggio Calabria, Leopoldo Trieste, nel ruolo di frate Michele. E' il manoscritto ritrovato di Adso ad avviare la narrazione,  ispirata a un avvenimento misterioso consumatosi in epoca medievale proprio in un'abbazia sulle Alpi piemontesi e di cui Umberto Eco realmente lesse. Al centro del flashback, che apre anche la trasposizione cinematografica dell'unico film tratto dall'opera (del 2019 è invece la miniserie Tv diretta da Giacomo Battiato, con John Turturro, Damian Hardung e Rupert Everett), c'è appunto la rievocazione di quei fatti accaduti nel 1327 che condussero frate Guglielmo da Baskerville e il discepolo Adso all'abbazia.

Attore di grande intensità di cui il pubblico, in questa pellicola in particolare, ricorda il coraggio e l'ostinazione dimostrati nella sua indagine, lo stupore negli occhi al momento di entrare nel tempio del sapere, in quella maestosa biblioteca dell'abbazia, una delle più grandi della Cristianità. «Stavo osservando il mio maestro in quell'arca di scienza, in quel tempio della saggezza e non potevo fare a meno di pensare che nemmeno la città celeste avrebbe mai potuto procurargli estasi più grande della seduzione della conoscenza!», dice Adso colpito da tale capacità di meraviglia dinnanzi ai libri. Proprio in biblioteca frate Guglielmo svela il mistero di quelle morti causate da un libro ritenuto pericoloso e che non avrebbe dovuto essere letto e diffuso. La letteratura e le pagine scritte hanno attraversato altre sue significative interpretazioni.

«La prima stesura la devi buttare giù col cuore e poi la riscrivi con la testa. Il concetto chiave dello scrivere è scrivere. Non è pensare». E' lo scontroso romanziere William Forrester, il penultimo protagonista letterario che Sean Connery interpreta in "Scoprendo Forrester" (Finding Forrester 2000). Scritto da Mark Rich e diretto da Gus Van Sant, il film è anche prodotto da Sean Connery, doppiato in italiano da Luciano De Ambrosis. Queste sono le parole con cui il protagonista William inizia ad insegnare al talentuoso Jamal, giovane afroamericano appassionato di lettura e di basket, nato e cresciuto nel Bronx, i segreti della scrittura. Gli 'presta' un suo scritto ("Una stagione di Fede assoluta") per affiancarlo nella ricerca della sua ispirazione, in uno dei pomeriggi, ormai sempre più frequenti, in cui lo accoglie in casa tra tutti i suoi libri (compresa la "Divina Commedia" del nostro Dante Alighieri). «Qualche volta il semplice ritmo della battitura ci porta da pagina uno a pagina due e quando cominci a sentire parole tue, allora batti quelle», dice al giovane Jamal che indugia davanti alla macchina da scrivere. Ed è infatti quel ritmo dei tasti a scandire la dimensione creativa e poetica del film, quella in cui Jamal trova le sue parole attraverso quelle di William. Ad intessere la trama le disquisizioni letterarie sulle congiunzioni ad inizio frase, le rimembranze in un Madison Square Garden incredibilmente silenzioso, la citazione da quell'unico romanzo con cui si era dato al pubblico "Avalon Landing" - «La quiete di coloro che ci hanno preceduto non può alleviare l'inquietudine di coloro che seguono» - e poi un'altra confessione - «Lo sai qual è in assoluto il momento migliore? E' quando hai finito la prima stesura e te la rileggi per conto tuo».

E poi ancora i libri. Quelli in pila nella stanza di Jamal che aprono il film e quelli nella immensa biblioteca che è la casa di William Forrester: da Journey to the Center of the Earth [Viaggio al centro della terra] di Jules Verne ad una varietà a firma di Yukio Mishima - After the banquet [Dopo il banchetto], The sound of waves [La voce delle onde], The temple of Dawn [Il tempio dell’alba] e The sailor who fell from Grace with the sea [Il sapore della gloria], da The Portable Chekhov di Anton Chekhov a Philosophical Fragments [Briciole filosofiche], Fear and trembling [Timore e tremore] e The Sickness Unto Death [La malattia mortale] di Søren Kierkegaard, da Marquis De Sade: Selections from His Writings and a Study di Simone De Beauvoir fino A Portrait of the Artist as a Young Man [Dedalus] e Finnegans Wake [La veglia di Finnegan] di James Joyce. Poi ancora Sometimes a Great Notion di Ken Kesey, The illustrated man [L’uomo illustrato] di Ray Bradbury, Fool for Love [Pazzo d’amore] di Sam Shepard, Discourse on Method and Meditations di René Descartes, Selected poems di T.S. Eliot e Lord Jim di Joseph Conrad.

Prima che il dolore lo inghiottisse, rendendo l'isolamento e l'alienazione gli unici antidoti per sopravvivere, William Forrester era un promettente romanziere. Un solo libro, il primo e unico pubblicato anni prima, appunto "Avalon Landing", subito vincitore del premio Pulitzer e ancora molto letto e studiato all'università. Lui continua a scrivere ma non pubblica più. La sua vita ricomincia di nuovo a scorrere anche fuori dalle mura di casa grazie all'amicizia e alla lealtà di Jamal. William esce di nuovo con la sua bicicletta e inizia a fare progetti, come quello tornare nella sua Scozia - paese natìo comune all'attore - e di riconciliarsi con il mondo, che da tempo attende sue nuove parole.  

Decine e decine di film memorabili. Sean Connery ha lavorato con registi del calibro di Alfred Hitchcock in "Marnie" (1964), Sidney Lumet in "La collina del disonore" (1965), Russell Mulcahy in "Highlander - L'ultimo immortale" (1986), Steven Spielberg in "Indiana Jones e l'ultima crociata" (Indiana Jones and the Last Crusade 1989), John McTiernan in "Caccia a Ottobre Rosso" (The Hunt for Red October 1990). Diretto da Brian De Palma interpreta l'incorruttibile poliziotto irlandese Jimmy Malone in "The Untouchables" - Gli intoccabili (1987), per il quale vinse l'Oscar al miglior attore non protagonista e un Golden Globe per il miglior attore non protagonista.

E' il magnanimo e lungimirante Re Artù ne "Il primo cavaliere" (First Knight 1995) di Jerry Zucker e il coraggioso Robin Hood in "Robin e Marian" (Robin and Marian 1976) di Richard Lester. Interpreta anche Riccardo Cuor di Leone nella trasposizione diretta nel 1991 da lui stesso con Kevin Costner nel ruolo di "Robin Hood. Il principe dei ladri". Dalla leggenda alla letteratura, ne "La leggenda degli uomini straordinari" (The League of Extraordinary Gentlemen 2003) di Stephen Norrington in cui è Allan Quatermain, personaggio letterario frutto dell'opera dello scrittore britannico Henry Rider Haggard, protagonista di numerosi romanzi d'avventura, come "Le miniere di re Salomone" (1885), primo romanzo inglese di avventure ambientato in Africa. Questo è stato il suo ultimo film, per nulla foriero di soddisfazioni.

Tra le altre interpretazioni "letterarie" anche quella dell'editore e clarinettista, Bartholomew 'Barley' Scott Blair, coinvolto con Michelle Pfeiffer in un'intricata spy-story internazionale ambientata a Mosca durante la Glasnost ne "La casa Russia" (The Russia House 1990) di Fred Schepisi, tratto dall'omonimo romanzo del 1989 di John le Carré. Durante una fiera nella capitale russa, Katya Orlova consegna a Nicki Landau tre quaderni e una lettera che devono essere recapitati segretamente all'editore inglese Barley Blair. Sono documenti importanti con dati scientifici che attestano l'inoffensività dell'Unione Sovietica rispetto al rischio di una guerra nucleare e quindi l'inutilità della corsa agli armamenti avviata dal blocco Occidentale. Un intreccio ideale di parole e suspense per un attore, un uomo destinato a raccontare le sue storie anche oltre la morte.