Cenacolo letterario con il Poeta Elio Stellitano
Giovedì 23 settembre, alle ore 18.30, presso l’auditorium dell’hotel Torrione sarà presentato l’ultimo libro del poeta Elio Stellitano dal titolo “La sindrome bizantina”, editore “Città del sole”.
Medico ospedaliero dal 1979 e primario di medicina interna dal 1992, Stellitano è stato da sempre attratto dal mondo della cultura e dalla poesia in particolare. Ha pubblicato due libri significativi: Lo sperma culturale (Forum/Quinta generazione) e Cronache dal mesozoico (Laboratorio delle Arti). Diversi interventi critici sui due testi sono pubblicati nei testi “Come Fleba il fenicio – Elio Stellitano e la critica” e Welcome to Hell - Elio Stellitano e la critica”.
Dopo i saluti di Pino Bova, il testo sarà presentato dalla scrittrice Benedetta Borrata e dal professore Daniele Castrizio.
Previsto l’intervento dell’autore.
Caffe Letterari 2021, Maurizio Crosetti presenta 'Quando uccisero Maradona'
Ritornano al Circolo Tennis Polimeni gli appuntamenti con la grande editoria sportiva. Lunedì prossimo, sei settembre, su invito del Panathlon di Reggio Calabria, sarà ospite l'inviato di "Repubblica" Maurizio Crosetti, che presenterà il suo ultimo libro dal titolo "Quando uccisero Maradona" edito da Piemme. L'evento, previsto per le 21,30, rientra nel prestigioso calendario dei "Caffè Letterari" del Rhegium Julii. L'opera è stata scritta direttamente da Buenos Aires, dove l'autore è stato catapultato dal suo giornale dopo la notizia shock della scomparsa del campione argentino, giudicato il più grande calciatore di tutti i tempi. E' la narrazione di una odissea struggente, piena di aneddoti e di particolari, che permettono di tracciare il profilo umano di Maradona, fatto di generosità, di altruismo, di genio, di sregolatezza, ma anche di cadute, di fragilità, di contraddizioni e di debolezze. L'incontro si aprirà con i saluti del presidenti del "Polimeni", del "Rhegium" e del Panathlon, Igino Postorino, Giuseppe Bova e Irene Pignata, e del consigliere nazionale del Distretto Italia Antonio Laganà. Relatore e moderatore l'ex radiocronista Rai Tonino Raffa. L'intervista con l'autore sarà curata dal giornalista reggino Giuseppe Smorto, già vicedirettore del quotidiano "La Repubblica"
Premio Giuseppe Casile – Una vita per la Cultura. Lettera del Prof. Domenico Minuto
Ringrazio vivamente gli organizzatori del prestigioso sodalizio “Rhegium Julii” per il nobile riconoscimento che mi è stato preannunciato e che considero rivolto non alla mia piccola persona, ma alla lunga vita che mi è stato donato di trascorrere con amore e pace fra la mia gente.
Vi chiedo di accettare alcune considerazioni che mi detta il cuore, quali che esse siano, condensate in un breve messaggio affinché ne facciate l’uso che riterrete. Questa terra di Calabria è bella, è feconda, è mite. L’ha resa tale la gente che l’abita da millenni ed a cui sono assai grato. Le generazioni che ci hanno preceduto ci hanno lasciato tesori di umiltà, sobrietà, laboriosità, pazienza. Nella nostra storia, tranne una breve avventura del tiranno Anassilao, non riscontro imprese di conquiste, ma piuttosto lunghi secoli di sottomissione, la quale in parte ancora dura. Abbiamo combattuto perché costretti oppure per la gioia imbecille, ma pertinace, di farci del male l’un l’altro. Anche l’ambiente è meraviglioso perché pittoresco più che per grandiosità. Il nostro millenario passato parla con ruderi smozzicati piuttosto che con imponenti edifici. Però non c’è albero, non c’è siepe, non c’è muro, non c’è cibo a cui non sia stato affidato un linguaggio di intensa umanità, di umili virtù, di sofferenze costanti e di gioie intime. Perciò la terra di Calabria è appassionatamente affascinante e molti forestieri di ogni tempo si innamorano di lei e del suo silenzioso racconto. Ma per comprenderne il linguaggio, per accorgersi del suo fascino, per amarla ed onorarla, occorrono conoscenza e consuetudine: due requisiti che troppo spesso mancano. Non la conoscono e non l’ascoltano troppi amministratori che dovrebbero servirla e invece se ne servono, troppi docenti che non ne parlano ai discepoli, troppi professionisti che, invece di abbellirla, la sfruttano, quei tanti costruttori che la cancellano con stupidi ed arroganti edifici; non la conoscono, non per colpa loro, quei funzionari delle soprintendenze che restano in transito due o tre mesi e poi vengono trasferiti.