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Roberto PazziL’autore, già due volte Premio Campiello e finalista Premio Strega, presenterà al grande pubblico reggino la sua ultima antologia poetica ‘Un giorno senza sera’.

Roberto Pazzi, poeta, narratore e giornalista, considerato uno dei più originali e visionari scrittori italiani, sarà il prossimo ospite dei Caffè letterari del Rhegium Julii. Già penna di “Corriere della Sera” e “The New York Times”, scrive in Italia sulle pagine culturali di diversi quotidiani italiani fra i quali Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno ed è opinionista del “Quotidiano Nazionale”.

Tradotto in ventisei lingue, ha esordito in poesia con una silloge apparsa sulla rivista Arte e poesia nel 1970 prefata da Vittorio Sereni.

Un ritorno felice nella città dello stretto dove, nel 1987, gli era già stato assegnato il prestigioso Premio Rhegium Julii.

Per l’occasione, giorno 27 luglio alle ore 21:00 nella splendida cornice del Circolo del Tennis ‘Rocco Polimeni’, presenterà al partecipativo pubblico del Rhegium Julii la sua ultima raccolta di Poesie ‘Un giorno senza sera’, l’antologia personale arricchita di 26 liriche inedite dal titolo “Le rotte della mente” editore la Nave di Teseo.

Nel corso dell’incontro l’autore parlerà anche del suo ultimo romanzo ‘Verso Sant’Elena’ edito da Bompiani. L’epica visionarietà ispiratrice dell’autore di: Cercando l’Imperatore, riconosciutagli dal “Times Literary Suppliment” e “The New York Times”, umanizza un altro imperatore, quel Napoleone che già la poesia di Manzoni aveva trasfigurato.

Come sottolinea Alberto AlberoniLa scrittura di Pazzi, fin dall’incontro adolescente con un mentore d’eccezione come Vittorio Sereni, è stata sempre predisposta ad abbattere ogni barriera fra mito e storia, reinvenzione d’autore e autenticità documentaria, una prospettiva che favorisce l’osmosi fra i due domini della poesia e del romanzo. Poche storie poetiche sono votate a un’oralità di specie drammaturgica, fra dialogo e monologo, come quella di Pazzi. Prima di tutto, però, Roberto Pazzi è un poeta originale, che non soggiace ai capricci dell’epoca ma che crede profondamente nel valore della poesia come mezzo primario di dialogo e di comunione.”