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Mimmo Nunnari con “Destino Mediterraneo” (Rubbettino editore) libro vincitore del Premio Costa Smeralda ha inaugurato la stagione 2019 dei Caffè Letterari del Rhegium Julii che si svolgono nella splendida cornice del teatro del Circolo tennis “Rocco Polimeni”, affacciato sull’incanto dello Stretto, particolarmente affascinante di notte, con le luci di Messina di fronte. E’ stato il primo dei dodici incontri con autori romanzieri e saggisti che con la storia lunga e prestigiosa del Rhegium hanno legami antichi e d’amicizia, come ha spiegato il presidente del sodalizio Pino Bova. Nunnari è stato presentato dallo storico Pino Caridi e intervistato da Franco Costantino e Vincenzo Filardo. Il tema del Mediterraneo vecchio nome che si porta dietro la storia di tre continenti e di tre insiemi di civiltà Nunnari lo ha affrontato, ha spiegato Caridi, con riferimenti e letture di “scritture fondamentali” di storici letterati e studiosi autorevoli: da Fernando Braudel a Paul Valéry, Cyprian Broodbank, Predrag Matijevic, Umberto Eco e tantissimi altri.

Il risultato è che “Destino Mediterraneo”, ha spiegato lo storico, è un libro di “attraversamenti”, con una trama storica e culturale che parte dal mito e arriva alla cronaca, con quel fenomeno delle migrazioni oggi precipitato sulle nostre fragilità di occidentali che hanno smarrito il filo della loro esistenza. E’ partito proprio da queste ultime considerazioni Nunnari, nel suo intervento, e rispondendo alle domande del pubblico, per dire che il Mediterraneo “non può essere visto come una frontiera per sbarrare il passo ai migranti, facendoci dimenticare che proprio dal mare nostrum sono giunte fino a noi le storie che ci hanno reso quello che siamo”. Serve pensare, secondo l’autore, che malgrado le contraddizioni, i conflitti, i tormenti dell’oggi, il Mediterraneo possa diventare il luogo del prossimo Rinascimento, del “nostro destino comune”. Dal dibattito che è seguito alla presentazione, con numerosi interventi del pubblico, tra cui il presidente del sodalizio sportivo che ospita i Caffè Letterari Igino Postorino, il presidente della Fondazione Mediterranea Enzo Vitale e il magistrato Vincenzo Macrì, è emerso il ruolo che in una prospettiva futura potrà svolgere il Mezzogiorno nel rapporto col Mediterraneo. “Qualcuno – ha detto Nunnari in risposta alle domande – dice che nel Sud del Mediterraneo accade ciò che accade nel Sud Italia da due secoli almeno: stessa eredità di antiche civiltà, stesso crepuscolo e declino. Tutto ciò ci fa pensare che il Sud sta all’Italia come il Mediterraneo sta all’Europa. Prima che sia troppo tardi è il momento che l’Europa e l’Italia, le due questioni, Mediterraneo e Meridione, sono la nostra cultura d’origine, che ha contribuito alla nascita dello spirito europeo. E da lì che bisogna ripartire”. Rileggendo il sottotitolo del suo libro Nunnari ha concluso con l’auspicio che “solo il mare nostro ci salverà”.